DIOCESI DI GORIZIA

Un altro modo

Far guerra e ricambiare con il male al male ricevuto non è l’unico modo di affrontare la vita e le difficoltà che gli altri ci creano.

Gesù ci propone un altro modo, ci offre un metodo di azione e per essere ben compreso ci suggerisce anche degli esempi. Infine lui stesso metterà in pratica questo modo divino di essere umani, che vedremo dal vivo durante la sua terribile passione e morte.

Il modo di essere dell’uomo spirituale – l’uomo celeste, lo chiama l’apostolo Paolo – non è rispondere colpo su colpo. In questo modo alla fine si aumenta la quantità di male sulla faccia della terra!

Il Signore ci propone invece di amare il nemico, rispondendo con il bene al male ricevuto. Come fare?

Come salendo una scala di quattro gradini, il primo passo è pregare per coloro che ci trattano male. Questo è più facile. Poi giungerà il momento di benedirli invece di maledirli, non scendendo così al loro livello.

E non appena verrà l’occasione, fare del bene, anche senza quel gioioso trasporto interiore che rende il nostro agire più lieto. E già tutto questo significa “amare il proprio nemico”, che in realtà non significa provare dei sentimenti buoni, ma compiere azioni giuste.

Gesù ci offre degli esempi: riguardo al male ricevuto nel nostro corpo (lo schiaffo sulla guancia), nel necessario per custodire la nostra dignità (il mantello e la tunica) e nelle cose che ci appartengono.

Perché possiamo ascoltare e seguire il Signore, cercando di amare anche il nemico? Non certo per eroismo né per autocompiacimento narcisista, ma per essere figli dell’Altissimo, che è benevolo anche verso gli ingrati e i malvagi. Per essere veramente noi stessi, alla fine…


Gesù disse ai suoi discepoli: «Amate invece i vostri nemici, fate del bene senza sperarne nulla, e la vostra ricompensa sarà grande e sarete figli dell’Altissimo, perché egli è benevolo verso gl’ingrati e i malvagi».

(Lc 6,27-36)