Nel cuore della sua ultima notte terrena, Gesù ci lascia questo straordinario comando: come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. “Comandare” significa letteralmente “mandare-con”: è quindi qualcosa che ci riguarda tutti, assieme.
E come ci ha amati, allora, il Signore Gesù? Lo vediamo proprio nella scena evangelica odierna, “quando Giuda fu uscito dal cenacolo”, ricorda il Vangelo. Ha appena ricevuto da Gesù un “boccone immerso”, e satana entrò in lui, ci congela l’evangelista.
Gesù sa che verrà tradito da Giuda, eppure non lo denuncia agli altri discepoli, non lo implora, non lo maledice, ma in quel boccone offerto offre se stesso al suo traditore.
Gesù ama il non amabile, colui che non è all’altezza della situazione, né dei tanti doni ricevuti. Ama colui che gli farà tanto male. Gesù entra con la sua vita lì dove c’è la morte. Ama in maniera divina.
Amando così, il Signore fa risplendere ciò che lui veramente è: ecco perché “è stato glorificato”. E fa anche brillare davanti a tutti come ama Dio, perché Gesù e il Padre sono una cosa sola. Ecco perché anche “Dio è stato glorificato in lui”. Nella risurrezione di Gesù dei morti, poi, Dio glorificherà Gesù, cioè farà brillare davanti al mondo intero ciò che lui veramente è.
Quel “boccone immerso”, cioè battezzato nell’amore divino, viene donato anche a noi in ogni eucaristia. In queste settimane viene offerto anche ai nostri figli nella loro prima comunione.
A noi il compito di aiutarli a vivere amando come Gesù ha amato, e di tenerli lontani dalla notte dei tradimenti, dove tutto si compra e si vende, anche la vita dell’innocente, come purtroppo è successo con Nostro Signore.
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Quando Giuda fu uscito dal cenacolo, Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri».
(Gv 13,31-33a.34-35)
