DIOCESI DI GORIZIA

Incontro all’altro

Ancora insiste la Parola di Dio e della Chiesa su ciò che siamo in quanto battezzati e cristiani. La presa di posizione è netta: non siamo persone che hanno soltanto dei valori o rispettano dei precetti. Questo indubbiamente è prezioso per ogni uomo e per ogni società. Per noi però c’è di più, molto di più.

“Obbedirai alla voce del Signore tuo Dio… e ti convertirai al Signore tuo Dio con tutto il cuore e con tutta l’anima”. Già Mosé insegnava che noi siamo in relazione con Qualcuno, con Dio stesso, e da qui sgorga anche il nostro agire.

Che cosa succede in noi quando davvero amiamo Dio ce lo rappresenta Gesù. Due persone vedono un uomo bastonato e rapinato sul bordo della strada in mezzo al deserto tra Gerusalem­me e Gerico, ma passano oltre perché rispettano soltanto le regole: il contatto con quello sconosciuto insanguinato li renderebbe inadatti al loro servizio religioso.

Uno straniero invece ha compassione, si ferma, si prende cura della persona e delle ferite, si coinvolge sino a rimetterci del suo. Come fa Dio con noi: nel Figlio che si fa uomo ci viene incontro e si prende carico delle nostre cattiverie.

L’esperto di legge nel racconto evangelico odierno chiede a Gesù quali sono i limiti dell’amore verso l’altro. Gesù invece ci spinge ad andare incontro all’altro, facendoci a lui prossimi, vicini.

Chissà che cosa direbbe il Signore sulla legge in discussione al Parlamento sul diritto di cittadinanza dei ragazzi che, vivendo ormai da anni nel nostro Paese, hanno seguito con successo le nostre scuole…

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«Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui».

(Lc 10,25-37)