DIOCESI DI GORIZIA

Il grande ostacolo

Davvero sa attrarre la nostra attenzione e sa provocarci, il Signore! Ma sono provocazioni salutari e che ci fanno crescere.

Una folla numerosa andava con Gesù”, racconta il Vangelo. Dovrebbe essere contento, il Signore, che le sue parole e il suo messaggio vengano accolti da molti. Come faremmo noi, che spesso valutiamo il successo di una iniziativa dal numero di partecipanti.

Ma a Cristo sembra che non interessino le folle. Egli cerca dei discepoli. Ci invita a passare dalla consuetudine familiare, dalle tradizioni di paese, dall’essere parte di una folla insomma, al “io ti seguo, Signore!”.

E ci avvisa: “Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie…“ e via dicendo.

Potremmo dire che il grande ostacolo ad una vita di qualità sulle sue orme è l’essere a metà, il decidere con riserva, il legarci, ma soltanto in parte. È un modo di essere forse tanto diffuso oggi, il compiere scelte decisive e definitive viene rifuggito con ansia da molti. Ma questo non ci aiuta a costruire né noi stessi, né legami stabili, né tantomeno una Chiesa vivace e impegnata.

Essere cristiani – e non soltanto folla battezzata – richiede l’intelligenza e l’intraprendenza di chi vuole costruire qualcosa di bello con la propria vita.

Richiede anche un combattimento contro le forze che vorrebbero farci restare eterni adolescenti.

Chi ama le proprie sensazioni più del Signore è meglio che lasci stare la via cristiana, sembra tranciare Gesù.
Ma noi veniamo da Lui all’eucaristia proprio per impara­re a donarci, con tutto noi stessi.

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Una folla numerosa andava con Gesù. Egli si voltò e disse loro: «Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo».

(Lc 14,25-33)