DIOCESI DI GORIZIA

Cuore aperto, cuore chiuso

Ancora ci viene proposta una diversità radicale tra il modo di vedere di Dio e della Chiesa e quello di tanti altri attorno a noi. Qual è questa differenza? Lasciamoci condurre e istruire dalla Parola di Dio.

Già il profeta Amos denuncia chi vive cercando soltanto di procurarsi cose e sensazioni piacevoli, senza preoccuparsi della sofferenza degli altri e della condizione miserevole di un popolo intero.

Gesù va ancora oltre. Nella sua sferzante parabola incontriamo un uomo che pensa semplicemente a se stesso. Non fa nulla di male, vuole soltanto godersi la vita, mangiare bene, vestirsi in modo raffinato.

E c’è un povero, Lazzaro. Non si dice che era buono o onesto, ma soltanto povero e pieno di piaghe. Ma Dio lo conosce per nome e lo accoglierà con affetto nella tenerezza del seno di Abramo.

Già qui, che differenza con il nostro modo di pensare! Dei ricchi sappiamo e vogliamo sapere tutto: il lusso, le automobili, i tatuaggi, i flirt e i tradimenti, le feste scandalose e via dicendo. Mentre per noi i poveri sono tutti uguali, stranieri, considerati numeri e non soggetti, e comunque di troppo.

La differenza che ci viene suggerita dalla parola del Vangelo, allora, non è tra chi compie il male e chi invece il bene, ma tra chi vede la sofferenza altrui e chi invece non vuole vedere, tra chi ha il cuore aperto e chi invece chiuso, interessato soltanto a se stesso.

Che privilegio, che fortuna, che grazia per noi cristiani poter “ascoltare Mosé e i profeti” che ci aprono lo sguardo, la mente, e il cuore all’altro! Addirittura possiamo ascoltare più che un profeta, Cristo Signore stesso.

E in particolare oggi, Giornata Mondiale del Migrante del Rifugiato, nata 108 anni fa per aprirci il cuore ai milioni di rifugiati della prima guerra mondiale. Il tema? «Costruire il futuro con i migranti e rifugiati».

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Gesù disse ai farisei: «C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; i cani venivano a leccare le sue piaghe».

(Lc 16,19-31)