DIOCESI DI GORIZIA

Nella notte, la Luce

“Il popolo che camminava nelle tenebre…”, Così il profeta Isaia. Siamo noi quelli che avanzano piano e con fatica nelle tenebre della notte del mondo.

Notte di pandemia, notte di guerra: non credevamo potesse ancora accadere, qui, da noi, tanto vicino a noi. Notte di economia impazzita, guidata non si sa bene da chi, che fa fuoriuscire fiumi di denaro dalle nostre case e dai nostri Paesi.

Ma nella notte “un bambino è nato per noi”, ci incoraggia il profeta Isaia, nella notte “è apparsa la grazia di Dio”, grida l’apostolo Paolo.

Nella notte, la Parola di Dio illumina noi, pastori che vegliamo sul gregge dei nostri problemi, e grida: non temete, oggi è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Il segno è un bambino, avvolto in fasce, in una mangiatoia.

Che importa, allora, se è notte? Questo Bambino è il giorno nuovo inaugurato da Dio.

Che importa se è notte? Ascoltiamo questo Bambino che è il Verbo, Parola di verità e di grazia, cioè di perdono, di tenerezza, di bellezza.

Che importa se è notte? Seguiamo questo Bambino che ha in sé la luce della Vita. Vita più forte dell’egoismo e della cattiveria: “empietà” la chiama l’apostolo Paolo.

Questo Bambino, che ha in sé la Vita più forte della morte, ci fa diventare figli generati non dalla carne, cioè dalla nostra biologia, ma da Dio. Persone che vivranno per sempre.

Davvero sia gloria a Dio nell’alto dei cieli. Ora si può lavorare per la pace qui sulla terra, perché Dio ci ama.

E noi? Ci lasceremo coinvolgere o staremo a distanza? Lo accoglieremo, questo Bambino, nei nostri pensieri, desideri, azioni o ci accontenteremo di dargli una sbirciatina una volta all’anno?

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il vangelo

L’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia».

(Lc 2,1-14)