DIOCESI DI GORIZIA

Le notti di Samuele

Non aveva ancora conosciuto il Signore, dice la Sacra Scrittura del ragazzo Samuele. Nel cuore della notte corre più volte, credendo di essere chiamato dal vecchio sacerdote Eli. Invece lo stava chiamando il Signore Dio.

E noi? Anche noi corriamo tutto il giorno, credendo di aver bisogno di tante cose. Oggi ci viene ricordato che non è possibile sostituire la qualità delle esperienze con la quantità degli impegni e delle cose da fare.

Se pensiamo alle agende affollate dei nostri figli, sembra che vogliamo tenere aperte tante possibilità senza perdere nessuna opportunità per loro. Non è che invece saremmo chiamati ad autolimitarci e a scegliere ciò che è essenziale, che li aiuti a crescere veri e impegnati nel bene e non solo occupati nelle cose da fare o da guardare?

Il corpo non è per l’impurità, ci scongiura l’apostolo Paolo.  Perché siamo fatti per amare, come il Signore Dio ci ha voluti e creati. Se però abbandoniamo il nostro corpo in preda a tutte le pulsioni del momento, queste porteranno alla consumazione delle nostre migliori risorse e alla tristezza interiore, che per essere tamponata a sua volta spingerà a procurarci altre sensazioni, in un circolo infernale senza fine. O addirittura porterà alla violenza sul fragile, come le cronache purtroppo quotidianamente ci testimoniano.

La Comunità cristiana ti insegna a conoscere il Signore, a riconoscere la sua voce dentro di te e negli eventi della vita. Ti insegna a conoscere te stesso e la tua strada, la tua vocazione.

Oggi la Chiesa compie questo rivolgendo a ciascuno di noi la domanda di Gesù: che cerchi? Nel tanto correre, fare, guardare, che cercate? Cercate la vita o solo tante esperienze che la consumino?

Oggi è arrivato il tempo di creare nelle nostre famiglie e nelle nostre comunità spazi silenziosi e discreti, in cui le voci più delicate si possono sentire e ascoltare. Come le notti del giovane Samuele.

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il vangelo

Giovanni stava con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbì – che, tradotto, significa maestro – dove dimori?». Disse loro: «Venite e vedrete».

(Gv 1,35-42)