DIOCESI DI GORIZIA

Gesù, autorevole in parole e opere

Entrato di sabato nella sinagoga, insegnava. Un giorno della settimana dedicato a se stessi e alla propria persona, lasciando però spazio a Dio e alla sua Parola: non è questa una bella immagine di uomo, di donna, di ragazzo, di bambino? Non ne sentiamo la nostalgia, noi che abbiamo la percezione di dover sempre correre?

Nel cuore del giorno in cui lasciare spazio a Dio e alla propria anima, entra Gesù. Egli ha una parola autorevole, perché tocca le corde profonde del nostro essere, lì dove stanno le cose vere di noi stessi. Tanto che lo spirito maligno, che si era ben insediato nei meandri dei pensieri e dei desideri, viene portato alla luce e, disturbato, reagisce con decisione.

Eppoi la parola di Gesù si dimostra autorevole perché esce dalla profondità della sua persona, non è pronunciata per sentito dire; e soprattutto compie ciò che dice: taci, esci da lui, ordina allo spirito impuro. E così accade.

Soltanto il Signore Dio ha una parola così capace di realizzare il bene che proferisce: sia la luce, ci rivela la Sacra Scrittura, e la luce fu. Così Gesù.

Non vuole ingannarci, non deve venderci prodotti di altri per guadagnarci sopra, il Signore Gesù. La sua Parola ci libera dall’egoismo e dalla cattiveria, anche se con fatica e tanta resistenza da parte nostra: lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui, ci ricorda il Vangelo.

Davvero Gesù è il profeta definitivo, come lo chiama papa Francesco, promesso da Dio già a Mosé e al popolo di Israele, il profeta che ci parla e ci guarisce in nome del Signore Dio.

Ascoltiamo noi la Parola di Gesù che è autorevole? O ci accontentiamo di sentirla nelle liturgie, lasciando che scorra via senza lasciare traccia?

Noi abbiamo anche un giorno meraviglioso, la domenica, in cui prenderci cura di noi stessi, della nostra anima, della nostra famiglia, del nostro Dio.

Approfittiamone.

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il vangelo

Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, a Cafàrnao, insegnava. Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi. Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!».

(Mc 1,21-28)