DIOCESI DI GORIZIA

Movimento inverso

Non avevano ancora compreso la Scrittura, che egli cioè doveva risorgere dai morti. Ecco dove siamo ancora, tanto tempo dopo quell’evento straordinario.

È vero, siamo anche vicini a Cristo per la nostra educazione, per la vita della nostra famiglia, ma ignari di quell’evento straordinario. Siamo forse praticanti, magari ancora troppo poco, ma ci troviamo come svagati di fronte all’annuncio che ha cambiato il flusso ordinario dell’esistenza.

Si passa normalmente dalla vita alla morte. Ma oggi qui siamo a celebrare il movimento inverso: si va dalla morte alla vita. Cristo è risorto dai morti! E questo non dipende dalla nostra pallida fede, né dalla nostra scarsa comprensione.

È azione sua, iniziativa sua. E noi siamo privilegiati spettatori e immeritati fruitori di questa grazia straordinaria.

Ricordiamolo bene: noi non sopravviveremo nel ricordo dei nostri cari. Che cosa sono le flebili reazioni chimiche che conservano la memoria nel cervello di qualche persona umana rispetto al mio corpo reale, alla mia vita vera che ho vissuto, alla mia persona?

Noi invece risorgeremo, ma in Cristo, se siamo cioè immersi in lui con il battesimo e con una vita buona. Risorgeremo, ma con Cristo, se resteremo legati a lui. Risorgeremo, ma per Cristo, cioè grazie alla sua forza, non certo per virtù nostra.

Ecco perché siamo qui oggi. Non per cercare qualcuno tra i morti o per ottemperare a tradizioni tristemente in disuso per la maggioranza dei battezzati.

Ecco perché siamo battezzati: per vivere per sempre, e per riempire questo mondo della vita nuova che ci viene dal Vangelo.

C’è soltanto bisogno di ciascuno di noi perché la luce e la vita che vengono dalla risurrezione di Cristo si diffondano, da persona a persona, come le nostre piccole luci che abbiamo reciprocamente accese al grande cero pasquale in questa notte di veglia.

C’è bisogno di uomini e donne disposti a credere in Cristo, di lasciarsi coinvolgere con la sua Chiesa, per diffondere la sua pace in questo nostro mondo tormentato e ferito. Come hanno fatto i santi e miriadi di uomini e donne sino ad oggi.

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il vangelo

Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.

(Gv 20,1-9)