DIOCESI DI GORIZIA

Signore, che io ti riconosca!

Si meravigliava della loro incredulità, si rattrista il Signore Gesù di fronte alla reazione dei suoi compaesani.

Eppure su di lui sanno tantissime cose: l’hanno visto nascere, crescere, conoscono la sua famiglia e i suoi parenti. Tutto, verrebbe da pensare.

O forse no. Credono di sapere tutto di lui, perché gli erano contigui, ma probabilmente non vicini.

Perché c’è differenza tra conoscere e riconoscere, tra conoscere qualcuno e riconoscerlo invece nella sua unicità e nella sua profondità.

Un po’ come succede anche in famiglia, con il marito, la moglie, i parenti. Li conosciamo in tutto, ma è necessario compiere il salto per riconoscere l’altro come persona degna di essere amata e riconosciuta nella sua irriducibile alterità. E a volte una vita intera non basta.

Anche a noi può succedere qualcosa di simile nella vita di fede: siamo cattolici, padre, ci si sente dire, siamo cristiani, siamo stati educati così dai genitori

Ma se, oltre a credere di conoscere la nostra appartenenza, riconoscessimo la straordinaria grazia e l’immenso privilegio di essere chiamati ad amare come Cristo e a vivere per sempre, come sarebbe diversa la nostra vita!

Saremmo fuori dalla chiesa già all’alba della domenica, non vedendo l’ora di entrare a rendere grazie a Dio; e usciremmo a metà celebrazione per andare a dire a tutti che davvero Gesù è risorto e che anche noi risorgeremo.

Fuor di metafora, chiediamo invece la grazia di riconoscere il Signore.

Sant’Agostino confessava di aver paura che il Signore passi senza averlo riconosciuto: Timeo Dominum transeuntem et non revertentem

Preghiamo dicendo: Signore che io ti incontri.




il vangelo

Gesù venne nella sua patria e i suoi disce­poli lo seguirono. Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascol­tando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? Non è costui il falegname, il figlio di Maria?». Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». E si meravigliava della loro incredulità.

(Mc 6,1-6)