Gesù continua l’opera di risurrezione di noi, suoi discepoli. Sì, perché è lungo il cammino e impegnativo per aprirci la mente a comprendere le Scritture.
L’ostacolo grande è accontentarsi di essere gente, parte cieca del popolo, massa che fa così perché “gli altri fanno così”.
Pietro è schietto e tagliente con il popolo: voi avete rinnegato Gesù, il santo e il Giusto, e avete ucciso l’autore della vita. Ma avete agito per ignoranza, perché tutti gridavano “crocifiggilo!”.
Ora è giunto il momento di cambiare vita, conclude, perché davvero Dio ha risuscitato Gesù dai morti. E come fare? Ce lo insegna Gesù stesso, quando si fa presente in mezzo ai discepoli con il suo corpo ferito, ma risorto.
Un fantasma non ha carne e ossa come vedete che io ho, esordisce. Considerare Cristo un’idea, un’opinione, un personaggio diafano del passato è un altro grande ostacolo per ricevere la sua vita più forte della morte.
Guardate le mie mani e i miei piedi, implora Gesù. Guardare è più che vedere, è ciò che fanno la mamma e il papà con la loro creatura, è ciò che fanno l’uno con l’altro gli innamorati. Nel guardare c’è la volontà, la scelta di volgersi verso il Signore. Guardare è il primo passo contro l’indifferenza.
Toccatemi, invita Gesù. Come se non possa esistere un cristianesimo a distanza, senza coinvolgersi, senza il proprio corpo a contatto con il Signore e con i fratelli nella sua comunità.
Avete qualcosa da mangiare, chiede infine Gesù, come a ricordarci che se non ci nutriamo di lui moriremo in quanto cristiani. E noi mangiamo nell’eucaristia, alla messa della domenica, dove il Signore ci nutre di sé perché abbiamo la sua stessa vita, più forte della morte.
Guardare, toccare, mangiare: ecco tre azioni di vita eterna.
Il vangelo
Ma egli disse loro: «Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?».
(Lc 24,35-48)