giornata del malato
La cura per la vita umana a tutti i livelli è uno dei tratti caratteristici del ministero di Gesù. Alla domanda “Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?”, Gesù risponde rimandando ai segni di questa cura di Dio per la vita: “Andate e riferite…ciò che avete visto e udito: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti resuscitano, ai poveri è annunciata la buona novella” (cfr. Lc 7,20-22).
Ecco perché i cristiani si impegnano in una cura della vita che diventi accessibile a tutti, in particolare ai più poveri e disperati. I cristiani si impegnano perché questa cura per la vita arrivi a toccare non solo la dimensione della salute fisica, ma anche la restituzione della dignità umana e la relazione fondamentale di ogni uomo con il mistero di Dio.
“Siamo chiamati ad adottare lo sguardo compassionevole di Gesù. Prendiamoci cura di chi soffre ed è solo, magari emarginato e scartato. Con l’amore vicendevole, che Cristo Signore ci dona nella preghiera, specialmente nell’Eucaristia, curiamo le ferite della solitudine e dell’isolamento. E così cooperiamo a contrastare la cultura dell’individualismo, dell’indifferenza, dello scarto e a far crescere la cultura della tenerezza e della compassione”, ci invita papa Francesco.