DIOCESI DI GORIZIA

Invitare Gesù

“Nessuno ti chiamerà più Abbandonata”, canta il profeta Isaia nella liturgia odierna. E quella delicata immagine femminile è Gerusalemme, è il suo popolo. Siamo anche noi, però, amati e salvati dal Signore dalla cattiveria e dalla morte. Anzi, con il profeta sarebbe meglio dire “sposati”, scelti per sempre, nonostante tutto, comprese la nostra freddezza nei confronti del Signore e le nostre infedeltà. Lo sentiamo vero?

Il Vangelo delle nozze di Cana (Gv 2) ci rivela un nuovo inizio dell’umanità. L’evangelista Giovanni nel sesto giorno del suo racconto – sesto come quello della creazione dell’uomo e della donna – dipinge Gesù come Colui capace di far riuscire la festa di nozze tra Dio e l’uomo, tra l’uomo e la donna, tra ciascuno di noi e la propria vita.

Sei anfore piene d’acqua fino all’orlo sono “sette meno una”, quasi un simbolo della nostra incompletezza e incapacità di far riuscire la vita senza il Signore, senza Colui che sa portarci oltre, verso il settimo giorno, il giorno della gioia, della benedizione, del paradiso.

Ma Cristo è presente. Eppure gli sposi non si rivolgono a lui, i servitori danno fondo alle poche risorse rimaste, la gente continua a  consumare senza rendersi conto che il tutto sta per finire malamente.

Ci vuole la Madre per sollecitare Gesù e favorire l’incontro di Lui con la vita di quella famiglia. È la Madre di Gesù, Maria? È la Madre nostra, la Chiesa? Poco importa: “fate quello che vi dirà” suggerisce nella sua catechesi, perché ci sia ancora la gioia.

Invitiamo il Signore nella nostra vita: preghiamolo a casa, ascoltiamo la sua Parola, non fosse altro che grazie al semplice calendario della nostra diocesi che ci offre una frase evangelica al giorno.

Ascoltiamo gli inviti della Madre Chiesa grazie alla sua catechesi. E scopriremo di non essere più abbandonati, ma scelti, sposati, sua Gioia.


 

Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno vino». E Gesù le rispose: «Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora». Sua madre disse ai servitori: «Qual­siasi cosa vi dica, fatela». Vi erano là sei anfore di pietra per la purificazio­ne rituale dei Giudei, contenenti cia­scuna da ottanta a centoventi litri. E Gesù disse loro: «Riempite d’acqua le anfore»; e le riempirono fino all’orlo.

(Gv 2,1-12)