DIOCESI DI GORIZIA

«Vedendosi guarito, tornò indietro…»

Quante analogie con la nostra vita presente nel Vangelo odierno! Anzi, possiamo dire che abbiamo la grazia di riviverlo ogni domenica nelle nostre comunità cristiane.

Alcuni uomini sanno di essere lebbrosi, cioè peccatori: nell’esperienza biblica questa era l’immagine utilizzata. Sono dieci, quasi a dire che cadiamo normalmente su tutti e dieci i comandamenti.

Ma quegli uomini si rivolgono a Gesù. Sanno che è di più di un semplice uomo: Maestro, lo invocano, “tu che stai sopra di noi”.

E lo chiamano per nome, è la prima volta nel Vangelo, soltanto i demoni sapevano fare questo. Non è un’istituzione il Signore, non è una credenza, un’opinione, un sentimento… È Qualcuno, cui ci si può rivolgere chiamandolo per nome: Gesù, Dio salva.

E quei dieci chiederanno misericordia con un grido rimasto nella nostra liturgia: eleison emas. Kyrie eleison, infatti, cantiamo all’inizio delle nostre eucaristie. Che gioia poterci rivolgere al Signore in ogni celebrazione chiedendo la sua misericordia! E Gesù, il Cristo, è capace di perdonare le nostre fragilità, i nostri peccati, la piccola grande lebbra che rende brutta e triste la nostra vita.

Tutti guariti, uno solo salvato però. Tutti beneficati, uno solo si ferma per restituire un frammento del tempo supplementare di vita ricevuto in dono grazie alla salute ritrovata. Torna indietro per “fare eucaristia” dice il Vangelo, per ringraziare il Signore.

È salvato perché ha scoperto che non c’è soltanto lo star bene, ma c’è Qualcuno che glielo ha donato.  Ormai la sua vita è abitata da Qualcuno di più grande, non è più soltanto un semplice individuo di una specie animale, per quanto evoluta, ma un figlio amato e guarito dal Dio della vita.

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Dieci lebbrosi si fermarono a distanza e dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!». Appena li vide, Gesù disse loro: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono purificati. Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano.

(Lc 17,11-19)