Sempre imprevedibile e sorprendente il Signore Gesù. E la nostra Santa Liturgia con lui! Ancora una volta, infatti, il Signore si rivolge a chi è offeso e ferito. Quasi ci vuole suggerire che se non perdoni di cuore la ferita ricevuta passi tu dalla parte del torto.
Quante volte dovrò perdonare chi continua ad offendermi?, chiede il buon Pietro. Quella volta si diceva quattro volte, come segno di magnanimità; ma Pietro vuole strafare e suggerisce il numero della completezza: fino a sette volte?, propone.
Gesù cambia l’unità di misura e l’ordine di grandezza: settanta volte sette, dirà. Ma non è una semplice quantità: il Signore cita parola per parola il canto della vendetta di Lamec in Genesi 4,24 rovesciandolo: tanto vorresti vendicarti, altrettanto sei chiamato a perdonare, ci sta dicendo.
Non è straordinario? Noi a volte abbiamo un’idea così scialba di Dio, come fosse un vecchio arazzo sbiadito nel soggiorno della nonna e che nessuno più guarda, con scene d’altri tempi e che sa di naftalina. Ma com’è lontana dalla realtà quest’immagine!
Gesù ci rivela la verità di Dio: ebbe compassione, dice il Vangelo, per la preghiera di un debitore di una somma enorme, impossibile da pagare. Ebbe compassione, quel grande e misterioso Signore, e condonò tutto il debito.
Ma anche sa essere sdegnato in maniera terribile, quel grande Signore, di fronte al trattamento ingiusto tra di noi: non dovevi avere anche tu pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?
E ci rivela, il Signore Gesù, che ognuno di noi è stato condonato di un debito impagabile, non fosse altro che per il dono della vita ricevuta; e che a nostra volta siamo tenuti a perdonare al fratello che ci ferisce.
Davvero siamo avvolti di perdono e siamo chiamati a ricordare al mondo l’amore senza misura del nostro Dio.
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il vangelo
«Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?”. Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto».
(Mt 18,21-35)