Parole come potenti scrolloni quelle di Cristo oggi, ma salutari: chi ama figlio o figlia più di me non è degno di me. Ci vuole forse il Signore disamorare dai legami più sacri e cari?
A dire il vero questo lo fa già una certa subcultura contemporanea, che spinge a mettere soltanto se stessi al centro dell’obiettivo del proprio smartphone, riducendo la vita ad un triste solipsistico ascolto dell’eco: io, io, io…
Il Signore invece è venuto proprio per salvarci dal naufragio nell’asfittico mare di noi stessi: chi avrà perduto la sua vita per causa mia, la troverà, proclama con decisione, facendoci riflettere assai.
Quando ci rivela che l’amore di Lui deve venire ancor prima del sacrosanto amore all’altro, sta disegnando le pareti della casa in cui abita e vive in questo amore, una casa non stretta, bassa e soffocante, ma con il soffitto alto come il cielo.
Sant’Agostino commentando queste parole ci ricorda che tante persone assomigliano o sono ciò che amano; e il segreto della vita sta nello scegliere con cura ciò che è degno di essere amato.
Domandiamoci pure: che cosa amo? Che cosa attrae i miei interessi, il mio tempo, la mia vita?
Bello l’episodio di quella donna che, pur benestante e con un marito anziano, non resta ripiegata su se stessa e nell’amarezza di non essere neppure riuscita ad avere un figlio.
Ella agisce come Gesù insegnerà: non tiene per sé la sua vita, ma dimentica se stessa, si apre, accoglie e si dedica all’uomo di Dio, il profeta Eliseo.
Così facendo, la vita ritornerà a scorrere nella sua casa, perché accogliendo l’uomo di Dio accoglie in realtà Colui che lo ha mandato.
Che gioia e che brivido deve darci il sapere che se siamo fedeli a Cristo, se viviamo come veri discepoli, certamente piccoli di fronte al mondo, dimenticando noi stessi e amando Lui sopra ogni cosa, saremo portatori di Cristo, portatori della Vita stessa di Dio lì dove siamo, a cominciare dalla nostra famiglia.
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il vangelo
Gesù disse ai suoi apostoli: «Chi ama padre o madre più di me non è degno di me; chi ama figlio o figlia più di me non è degno di me; chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me. Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà. Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato».
(Mt 10,37-42)