Ci fa riflettere e ci consola il fatto che nell’ostilità si svolge il discorso di Gesù nel tempio e l’annuncio pasquale di Paolo e Barnaba ad Antiochia di Pisidia.
Ma questa ostilità gioverà alla diffusione del Vangelo, perché farà rivelare Gesù come Messia e Figlio di Dio e spingerà gli apostoli a rivolgersi finalmente i pagani.
In questa luce di speranza vogliamo rileggere le difficoltà che incontriamo nella vita di fede e nell’educazione cristiana dei nostri figli. Il Signore sa scrivere diritto anche sulle righe storte della nostra storia.
Un secondo richiamo per noi viene dal fatto che nella Parola di Dio oggi ascoltata sono le persone religiose che rifiuteranno il Signore Gesù e la buona notizia della risurrezione ricevuta dagli apostoli ad Antiochia. Ecco quanto è prezioso allora l’invito di Gesù: le mie pecore ascoltano la mia voce.
Vale la pena ascoltare il Signore Gesù perché ci conosce nel profondo. “Io le conosco”, ci confida parlando di noi. Non è sufficiente allora essere persone devote o religiose, ma bisogna rivolgersi a Gesù, perché è pastore buono, capace di darci una vita senza limiti, eterna.
E questo è prezioso soprattutto per i più giovani, che hanno il compito di costruire la propria identità e il proprio futuro. Il Signore ci conosce davvero, per questo vale la pena seguirlo: “esse mi seguono”, dice.
A che serve allora ascoltare e seguire il Signore Gesù? A “fare la storia”, ci ricorda la 59ª Giornata Mondiale di preghiera per le Vocazioni che oggi celebriamo.
“Io sono una missione su questa terra”, ci grida Papa Francesco. Io sono chiamato a illuminare, benedire, vivificare, sollevare, guarire, liberare. Con tutto me stesso. Diciamolo ai nostri ragazzi.
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In quel tempo, Gesù disse: «Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono.
Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano».
(Gv 10,27-30)