Davvero ci salva, in questa domenica, la Parola di Dio! Ci indica dove fissare lo sguardo, e soprattutto la nostra speranza, nelle vicende complesse dell’esistenza.
Con grande franchezza e coraggio, il Signore Gesù ci ricorda che ogni cosa creata ha avuto un inizio e conoscerà la fine, fossero anche gli astri del cielo come il sole e la luna.
Gli elementi naturali sono creature, fragili benché possenti, e oltre a richiedere rispetto e cura, come ad esempio il nostro pianeta, percorrono il loro ciclo vitale.
Chi invece non verrà meno è “il Figlio dell’Uomo”, Cristo Signore. Rifiutato, crocifisso e ucciso, in lui si è già consumato il giudizio su questo mondo: Sole di giustizia, è stato oscurato dalla cattiveria umana, ma la forza della vita divina non ha potuto essere soffocata.
Cristo tornerà, questa volta vittorioso, alla fine del tempo, sicuramente già anticipato nell’incontro con lui al termine dell’esistenza personale di ciascuno.
Al profeta Daniele viene già rivelato, con immagini indimenticabili, che la vita divina di Cristo risorto viene comunicata anche ai suoi fratelli: molti si sveglieranno alla vita eterna, grida con gioia.
Per la nostra vita, allora, c’è un compimento, una direzione, un senso: è l’incontro con Qualcuno che sa vincere la morte e la fine di tutto.
Dopo la risurrezione di Cristo, l’ultima parola non spetterà più al male.
E a noi che ne viene? Se gli astri cadranno, delle nuove stelle si accendono: sono i saggi, coloro che vivono nella carità amando, prendendosi cura dei più poveri e del nostro meraviglioso creato.
Questa la lezione del fico.
«Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte».
(Mc 13,24-32)