Santa sconvolgente e preziosa Ascensione del Signore al cielo! Con l’Ascensione non celebriamo soltanto la partenza di Gesù, ma la sua presenza diversa tra noi per sempre. Con l’Ascensione Gesù non ci viene rapito, ma ci viene donato in modo definitivo.
Con l’Ascensione Gesù non viene separato dalla Chiesa, ma si unisce a lei per sempre come Capo, facendola diventare suo Corpo.
L’Ascensione apre il tempo della Chiesa, sino a quando il Signore tornerà; o noi stessi gli andremo incontro, passando per la porta stretta della nostra morte corporale.
Con l’Ascensione termina il Vangelo, ma inizia il tempo del battesimo che tutti ci unisce a Cristo e soprattutto tutti ci coinvolge nella missione che Cristo ci affida.
Con l’Ascensione termina il tempo dei miracoli, che abbondanti Gesù disseminò nella sua vita terrena, e inizia il tempo della fraternità solidale, dei progetti d’amore che sanano o almeno leniscono le ferite dei feriti dalle durezze della vita.
Con l’Ascensione, pregare non significa delegare a Dio ciò che spetta a me, ma aprirsi con fiducia e perseveranza a ricevere la Parola e la forza del Risorto per affrontare la vita come lui ci suggerisce.
Splendida la scena che ci offrono gli Atti degli Apostoli: i credenti guardano il cielo aspettandosi qualcosa, il Cielo nei due uomini in bianche vesti li rimanda alla terra e ad una speranza attiva.
I credenti vorrebbero la storia umana già risolta e risanata, il Signore li rimanda a raccontare di lui al mondo intero.
I credenti vorrebbero ancora il tempo di Dio e dei suoi segni facili e prodigiosi, il Signore li rimanda al tempo della Chiesa e dei suoi gesti e sacramenti.
Santa sconvolgente e preziosa Ascensione del Signore al cielo!
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il vangelo
Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».
(Mt 28,16-20)