Per noi postmoderni, che abbiamo deciso di seguire gli impulsi del momento per vivere la nostra vita, le parole odierne di Gesù sono veramente dirompenti e tonificanti.
Almeno la cultura precedente, modernità l’ha chiamata qualcuno, si affidava alla scienza e all’intelligenza per compiere le proprie scelte e costruire la società.
Il credente biblico invece si affidava alla Legge di Dio e ai suoi comandamenti: fammi conoscere la via dei tuoi precetti, prega il Salmo 118, che anche dichiara felici quelli che camminano secondo la Legge del Signore e osservano i suoi comandamenti.
E noi cristiani? Certamente non rinneghiamo le Dieci Parole che ci consentono di vivere liberi, il Decalogo. Ma siamo coloro che soprattutto seguono una persona, Cristo Gesù, e facciamo della relazione con Lui la via da percorrere della nostra vita.
Io sono la via, ci confida il Signore Gesù, una via che conduce veramente alla vita. Vita che ora è fraternità nella Chiesa e nel mondo e capacità di amare come Cristo ha amato. Un giorno invece sarà gioia senza misura nella vita senza fine: vado a prepararvi un posto, ci rivela il Signore, e infine vi prenderò con me perché siate dove sono io, nella risurrezione.
Seguire Cristo come via nella propria esistenza è qualcosa di bello e di molto concreto. Lo vediamo nella primissima comunità cristiana, dove i “nuovi”, stranieri di lingua greca, si lamentano dei “vecchi” di matrice ebraica, in quanto non si sentono adeguatamente considerati.
I credenti della prima ora non recriminano né si arrabbiano, ma aprono nuove strade e nuovi servizi, proprio con gli ultimi arrivati. Non per strategia, ma in nome del Vangelo e di Gesù Cristo.
Possiamo imparare da loro?
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il vangelo
Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio».
(Gv 14,1-12)