Se guardiamo alla tua vita, Signore, vediamo che ti sei preso cura di noi. Ci hai parlato insegnando, tanto che la folla ti si accalcava attorno pur di ascoltarti con attenzione. Anche nelle nostre chiese ci ritroviamo per ascoltarti: lo facciamo con passione e desiderio?
E che cosa ci insegni? Che tu sarai rifiutato e ucciso, ma risorgerai il terzo giorno. Che anche ciascuno di noi deve imparare a mettersi in secondo piano, rinnegare se stesso ci dici, per poterci prendere cura di chi ci è affidato, per ascoltare la tua Parola. Per seguirti, infine.
Morire a se stessi per risorgere come persone capaci di amare… ma lasciare da parte noi stessi ci è tanto difficile. Siamo così pieni delle nostre sensazioni, emozioni, desideri che a volte non riusciamo ad andare oltre.
Poi vediamo che con pochi pani e qualche pesciolino sei stato capace di saziare le folle. Ci hai insegnato a mettere insieme ciò che ognuno ha per ottenere risorse per tutti. Ci chiedi di condividere e offrire non l’inutile, ma ciò che ci serve davvero, come il cibo, un bene primario.
E hai moltiplicato i pani per i cinquemila uomini con gli stessi gesti dell’eucaristia, quasi a ricordarci che c’è comunione con Te nel sacramento soltanto quando c’è comunità con l’altro, specie quando ha bisogno.
Nell’eucaristia offri Te stesso. E insegni a noi a fare altrettanto: donare ciò che si ha, offrire ciò che si è.
E anche coinvolgi i tuoi discepoli per distribuire i pani necessari per tutti.
Siamo noi quei discepoli oggi, chiamati a raccontare le tue parole e offrire Te nei nostri gesti d’amore e nell’eucaristia, che ci porta Te stesso.
Grazie, Signore.
____________________________________________________________________________
Gesù si trovava in un luogo solitario a pregare. I discepoli erano con lui ed egli pose loro questa domanda: «Le folle, chi dicono che io sia?». Essi risposero: «Giovanni il ACBattista; altri dicono Elìa; altri uno degli antichi profeti che è risorto». Allora domandò loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro rispose: «Il Cristo di Dio».
(Lc 9,11b-17)