Restiamo stupiti oggi dalla durezza con la quale il Signore Gesù affronta i sapienti e i praticanti del suo tempo. Ma badiamo bene, perché l’evangelista ci ricorda che egli sta rivolgendosi alla gente e ai suoi discepoli. Cioè a noi.
E ci mette in guardia da tre grandi rischi spirituali: agire per farsi notare, voler stare in alto nella presunta scala sociale, voler essere considerati significativi dalla gente.
Quella volta la cultura, cioè il modo di pensare e vivere della società, era dichiaratamente religiosa e a questo si riferiscono gli esempi di Gesù.
Oggi la cultura dominante è fortemente laicizzata o addirittura ridotta a subculture.
E allora ecco che molti vogliono essere notati nel mondo dei social con stranezze nei comportamenti o nell’abbigliamento.
Altri si sentono importanti perché hanno innumerevoli visualizzazioni delle loro amenità quotidiane.
Altri ancora si fanno chiamare influencer perché pretendono di fare da guida a migliaia di persone, spesso in cose di poco conto o con gravi conseguenze sulla salute psichica e fisica di chi li segue.
Noi non facciamo così.
Intanto le parole di Gesù ci interrogano su chi siano i nostri maestri, i nostri padri spirituali, da chi ci lasciamo insegnare o guidare, insomma.
Noi abbiamo il Cristo come maestro e guida; e in questo modo veniamo salvati da guru improvvisati o malintenzionati.
Voi siete tutti fratelli, ci insegna il Signore. È il grande tema della sinodalità su cui tutta la Chiesa Cattolica sta riflettendo, per portare con efficacia le parole e la persona di Cristo alla gente del nostro tempo.
Lui ci insegna che la nostra vera grandezza e importanza stanno nel servire.
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il vangelo
«Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate “padre” nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo. Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato».
(Mt 23,1-12)