“Se uno mi ama…”, esordisce il Signore Gesù, consente al Cielo di scendere sulla terra: “il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui”, conclude.
Da che cosa infatti vorremmo essere abitati? Da risentimenti, paure, odio, avidità o da quell’amore capace di amare anche il nemico, come ha fatto Gesù con Giuda?
Il Signore oggi ci insegna anche come amare: “se uno mi ama osserverà la mia parola”, ci ricorda, e non: avrà delle idee o proverà sentimenti piacevoli.
Amare equivale a vivere, non a emozionarsi. E questo ci aiuta ad uscire dalla terribile attuale tentazione dello gnosticismo, per dirla con Papa Francesco, in cui ci accontentiamo di esperienze interiori, ma trascurando e perdendo la tenerezza della carne del fratello. E i comportamenti pratici invece restano quelli suggeriti dal mercato.
Da subito noi cristiani ci siamo dissociati dalle pressioni sociali del momento, come udiamo dagli Apostoli nella prima lettura odierna: astenetevi da ciò che fanno tutti, se non è buono o vero, scrivono nella prima enciclica della storia.
Quella volta erano i sacrifici agli idoli, ma oggi? Forse il dover “guardare” tante cose sui vari schermi o dover far fare altrettante cose ai nostri figli?
Anche nel comportamento che coinvolge il mio corpo e le mie relazioni amorose veniamo illuminati e salvati dalla Parola del Signore: state lontani dalle unioni illegittime, ci scongiurano gli Apostoli.
Allora la Chiesa sarà davvero il seme della nuova umanità, dove si vive da fratelli che si amano e da figli del Padre che è nei cieli, il Padre di tutti.
_____________________________________________________________________________________________________________________________-
Gesù disse: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato».
(Gv 14,23-29)