DIOCESI DI GORIZIA

«Tornò che ci vedeva»

Chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco? Come l’uomo e la donna dopo il peccato originale, i discepoli di Gesù cercano le colpe, prigionieri ancora di un’immagine diabolica di Dio come colui che invia il male all’uomo peccatore.

Il Signore Gesù invece non è cieco come noi, ma è luce del mondo, ci attrae a sé, Lui che può guarire la nostra cecità, e ci fa vedere anche nella malattia e nelle fragilità un’occasione per rendere gloria a Dio.

A nostra volta, noi battezzati non ci accontentiamo di scaricare le colpe di ciò che non va gli uni sugli altri; vogliamo piuttosto lasciare che Cristo entri nei nostri pensieri, nelle nostre azioni, dei nostri sentimenti. Come?

Fece del fango con la saliva, dice il Vangelo del Signore Gesù. Anche quando creò l’umanità il Signore Dio fece del fango, dice la Scrittura. Splendida immagine del nostro venire dalla terra e della nostra meravigliosa fragilità.

Ma questo secondo fango ha dentro di sé ciò che esce dalla labbra di Cristo. È la sua Parola, è il suo Spirito Santo.

Quando ci lasciamo toccare da ciò che viene da Cristo, allora diventiamo capaci di vedere che siamo cercati, siamo amati, siamo perdonati. Diventiamo capaci di vedere che siamo luce, ci rivela gioioso l’apostolo Paolo.

È il senso della vita cristiana quello di lasciarsi toccare da Cristo nel battesimo e nei sacramenti della Chiesa, per passare dalle tenebre alla luce, dall’egoismo all’apertura all’altro, dall’indifferenza al prendersi cura del fragile, dalla morte spirituale ad una vita vivace e attiva nella comunità cristiana e nella società civile.

Una vita illuminata da Cristo diventa una vita luminosa. Lasciamoci toccare dal Signore Gesù nei suoi sacramenti, come ad esempio la confessione, per poter guarire dalla cecità e diventare a nostra volta luce. Per il mondo intero.

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il vangelo

Gesù disse: «Finché io sono nel mondo, sono la luce del mondo». Detto questACo, sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse: «Va’ a lavarti nella piscina di Sìloe», che significa “Inviato”. Il cieco andò, si lavò e tornò che ci vedeva.

(Gv 9,1-41)