Come allarga le nostre prospettive il Vangelo odierno! Ci costringe proprio a diventare cattolici, cioè universali.
La scena la vediamo bene: c’è uno “che non segue noi” che scaccia i demoni nel nome di Gesù. “E glielo abbiamo proibito, perché non segue noi”, esclama l’irruente apostolo Giovanni.
Gesù interviene con l’infinita divina pazienza e ci aiuta a guardare dalla giusta prospettiva. È il Maestro che dobbiamo seguire per lottare contro il male e per avere la vita. È nel suo nome che siamo chiamati a compiere il bene, fosse anche offrire un bicchiere d’acqua a uno che è di Cristo, come sono i più poveri di questa terra.
L’appartenenza al “noi” è un grande aiuto per seguire Cristo Gesù. Far parte di una comunità, di un gruppo, di una parrocchia è un mezzo per essere meglio del Signore.
Ma se il “noi” si sostituisce al Signore Gesù allora la Chiesa finisce e diventa un ghetto, un gruppuscolo di perdenti contrapposto ad altri; e non è più la Chiesa cattolica, cioè universale, che il Signore ha voluto, a prezzo del suo sangue.
Ricordiamo questo con un sospiro di sollievo, in tempi in cui le nostre parrocchie e i nostri gruppi fanno fatica stare in piedi da soli, ad essere significativi verso le persone e in particolare verso i più giovani.
Nella nostra azione non basta quindi proporre di associarsi a un “noi”: bisogna consentire alle persone di incontrarsi con il Signore Gesù con e le sue parole di fuoco.
E nella Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, celebrata sin dal 1914, siamo invitati ad andare verso un “noi” ancora più grande.
Grande come l’umanità intera.
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Giovanni disse a Gesù: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva». Ma Gesù disse: «Non glielo impedite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non è contro di noi è per noi».
(Mc 9,38-43.45.47-48)